La Festa dei Tabernacoli ICEJ – Ottobre 2024

“Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice il Signore degli eserciti.” (Zaccaria 4:6)

Shalom a tutti cari fratelli e sorelle in Yeshua.

Sono passati alcuni giorni da quando sono tornata in Italia dopo essere “salita a Gerusalemme” per la Festa dei Tabernacoli 2024, ma questa esperienza rimarrà per sempre impressa nella mia anima.

Nuvole sull’aereo verso Bucarest, scalo per Tel Aviv

L’Ambasciata Cristiana Internazionale di Gerusalemme celebra la Festa annualmente dal 1980 con migliaia di partecipanti ogni anno e, sebbene la Festa dei Tabernacoli organizzata dall’ICEJ abbia ogni volta un significato speciale, quest’anno il radunarsi per il Signore in occasione dell’appuntamento divino di Sukkot (סוכות) è stato un atto straordinario che ha manifestato la vittoria dello Spirito di Dio sulle tenebre della paura e dell’incertezza causate dal conflitto ancora in corso. Più di 400 pellegrini sono riusciti a raggiungere fisicamente Gerusalemme da oltre 50 nazioni, con il cuore colmo di gioia e di amore fraterno, per osservare la Festa e per poter consolare il popolo ebraico proprio in un momento come questo.

“Per il mio Spirito”, questo il tema che ha accompagnato i delegati e i rappresentati delle varie nazioni in ogni momento del fitto e vario programma suddiviso in otto giornate, lo stesso Spirito che mi ha permesso di ritrovarmi sopra le nuvole in viaggio verso Israele il pomeriggio del 17 ottobre, mentre la prima giornata di Sukkot volgeva al termine. Alcuni dei fratelli arrivati a Gerusalemme fra il 15 e 16 di ottobre, ritrovandosi i loro voli intercontinentali cancellati, avevano dovuto attraversare il confine passando dalla Giordania. Nella notte fra il 17 e il 18 ottobre anche io riesco portentosamente a raggiungere la mia stanza di albergo a Gerusalemme e sono grata al Signore e tutta l’organizzazione ICEJ, che riesce a farmi fare un check-in notturno.
Adorazione al Pavilion

La sessione mattutina al centro congressi Pavilion della terza giornata di Festa inonda subito di luce la sala e le nostre anime durante l’adorazione. Il messaggio di Mojmir Kallus, fra gli altri, è chiaro e profondo: non importa quanto siamo forti o ricchi di talenti, quello che facciamo dipende solo dal Signore. Egli guiderà i nostri passi, possiamo fidarci di Lui. Il Signore sta già facendo miracoli in Israele e proprio in questo momento sta spargendo il Suo Spirito di grazia e di supplicazione su tutto il Suo popolo, manifestando la misericordia che conduce al ravvedimento. Lo sta facendo con parole di consolazione e lo sta facendo anche insieme a noi, tutte le persone che ogni anno salgono a Gerusalemme: tutti abbiamo un ruolo nella restaurazione di Israele.

“«In quel giorno molte nazioni si uniranno al Signore e diventeranno mio popolo; io abiterò in mezzo a te, e tu conoscerai che il Signore degli eserciti mi ha mandato da te.”  (Zaccaria 2:11)

Senza il Suo Spirito è impossibile consolare Israele o perfino comprenderlo. Lo Spirito di Dio, che il mondo non conosce, che ci chiede di consolare e che ci consola, rimuoverà secondo le promesse l’iniquità dalla Terra e si userà di noi come testimoni verso il Suo popolo.

L’entrata al Muro Occidentale ricoperta di adesivi in memoria delle vittime del 7 ottobre e dei soldati caduti in difesa di Israele

Subito dopo la conferenza, passeggiamo nella città vecchia per raggiungere il Kotel, o Muro Occidentale, dove possiamo passare del tempo a pregare e a prepararci per la suggestiva serata che si terrà al Garden Tomb, dove ascolteremo il pastore Peter Tsukaira e la musica di adorazione in lingua araba guidata da un gruppo di giovani provenienti da Nazaret.

Egli non è qui, ma è risuscitato!

A guidarci in preghiera, sempre da Nazaret, ci sarà anche il pastore arabo israeliano Saleem Shalash, un raro esempio di amore per Israele nel panorama delle chiese cristiane arabe. “Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme!” La comunione celeste ci avvolge mentre prendiamo la Cena del Signore e una brezza sostenuta ci accarezza le vesti e i capelli. Poco più avanti, una Tomba vuota ci ricorda che Yeshua è risorto. Assistiamo quindi a qualcosa di unico, opera dello Spirito di Dio: arabi, ebrei e gentili provenienti dalle nazioni che partecipano insieme al corpo di Cristo e che cooperano in armonia, il Corpo stesso di Yeshua che proclama la pace su Gerusalemme.

Il quarto giorno della Festa, il 19 ottobre, ci aspetta un tour interessante e pieno di suggestioni. Partiamo dal Monte degli Ulivi, dal quale osserviamo la città del gran Re e leggiamo i passi della Bibbia che ci rammentano che è proprio qui che il Signore metterà i suoi piedi quando tornerà per regnare sulla Terra (Zaccaria 14).

Golden Gate

La nostra guida, Sonia Water, è una storica autrice del libro Contested Ownership of Israel: A Biblical, Historical, and Political Perspective. Sonia, un’ebrea messianica israeliana, ci accompagna mentre discendiamo verso le mura della città, mostrandoci zone di interesse archeologico, storico e artistico:  il Getsemani, dal quale ammiriamo la Porta D’oro (Golden Gate) sigillata da Solimano il Magnifico, la Porta delle Pecore, che attraversiamo per raggiungere la Chiesa di Sant’Anna in Gerusalemme, la Piscina di Betzaeda, la Chiesa della Flagellazione restaurata dall’architetto italiano A. Barluzzi nel 1929 e la Piscina detta Struthion, che si ritiene coeva e appartenente alla Fortezza Antonia.

Strada romana sotterranea
Da qui raggiungiamo una pavimentazione romana datata più di duemila anni e che si ritiene procedesse dalla Porta delle Pecore originale del tempo di Yeshua. Potrebbe essere la strada dalla quale il Signore è realmente passato per raggiungere il luogo della flagellazione e della condanna, e si trova esattamente sotto la superficie dell’attuale Via Dolorosa.

La sera del quinto giorno, dopo una sessione mattutina svoltasi sempre al Pavilion, al Museo della Torre di David di Gerusalemme ci attende la meravigliosa Parata delle Nazioni.

Significativo il discorso del leader israeliano Isaac Herzog, che ci dà il benvenuto:

“In questo momento di così tanto dolore, il vostro riunirvi qui dice chiaramente e ad alta voce: c’è una risposta all’odio, c’è una risposta alla brutalità, c’è una risposta al male. Come tante comunità cristiane in tutto il mondo, voi siete al fianco del popolo ebraico nella nostra ora di oscurità.”

La Piscina di Betzaeda

Ciascuno di noi, fisicamente presente o collegandosi online, tocca con mano in questa serata speciale la grazia di Dio che ha permesso a circa 400 pellegrini da 54 nazioni di essere fisicamente presenti alla Festa del tabernacoli 2024 e ad altre 16 nazioni di essere rappresentate online, per un totale di 70 nazioni. “Anche se Israele affronta una guerra su sette fronti, i cristiani sono saliti a Gerusalemme in una dimostrazione di unità durante la festa biblica dei Tabernacoli, combattendo la paura della guerra e le difficoltà di viaggio” (cit. David Parsons, Vicepresidente Senior e Portavoce ICEJ), come un esercito di Gedeone, non numeroso, non potente, ma dotato della fede necessaria per fare questa dichiarazione di sostegno verso Israele. Non per potenza, non per forma, ma per lo Spirito del Signore.

Il giorno del 21 ottobre, dopo la sessione mattutina, posso ricevere la preghiera per la branch di ICEJ Italia, per portare avanti la chiamata del Signore affrontando tutte le sfide che ci aspettano in questo nuovo anno e per chiedere al Signore di sigillare nel mio cuore, prima del rientro in Italia, tutto quello che ho vissuto in questi giorni meravigliosi in nella Terra di Israele.

“«Consolate, consolate il mio popolo», dice il vostro Dio.” (Isaia 40:1)

Saliamo dunque al monte del Signore, perché ci indichi le sue vie, perché da Gerusalemme esce la Torah del Signore, che ci insegna la Via, la Verità e la Vita.

Veronica Visentin
Segretaria e Responsabile Interpretazioni ICEJ Italia

Piccoli scolari per le strade di Gerusalemme

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