Dichiarazione Icej sulla politica vaccinale attuale di Israele contro il Coronavirus

Dr. Jürgen Bühler, Presidente ICEJ:

Molti in tutto il mondo stanno chiedendo all’International Christian Embassy Jerusalem siano le nostre vedute sul programma di veloce vaccinazione di massa contro il Coronavirus, soprattutto riguardo all’uso dei nuovi vaccini a mRNA. Alcuni sono molto preoccupati che gli israeliani si siano messi in pericolo inconsapevolmente, mentre altri sono ancora più allarmati da teorie speculative che stanno andando verso una trappola demoniaca con connotazioni da “ultimi giorni”.

La risposta di Israele ad una crisi senza precedenti

È importante prima rimarcare che Israele, come molti altri paesi del mondo, ha affrontato una sfida sanitaria senza precedenti, con un virus letale che ha ucciso più di 2,6 milioni di persone nel mondo. Ciò comprende quasi 6.000 morti israeliani negli ultimi 12 mesi, che è sei volte le vittime nei cinque anni di brutale terrorismo nella Seconda Intifada palestinese. Inoltre i lockdown dovuti al Covid hanno causato enormi danni all’economia israeliana, con in particolare il settore turistico completamente fermo da un anno. Di conseguenza, i leader di tutti i partiti hanno concordato su una repentina risposta nazionale.

A causa delle azioni rapide e decisive del governo, Israele è diventato un paese modello per altre nazioni nel mondo, iniziando con l’uso opportuno di lockdown e divieti di viaggiare per proteggere la popolazione dal virus. Israele è anche riuscito a sviluppare nuovi trattamenti medicinali per combattere il Coronavirus, con ricerche promettenti. Quindi, il tasso di morte per pazienti di Covid in Israele è tra i più bassi del mondo (meno del 1%), anche se il tasso di contagio è tra i più alti. 

In generale, la risposta pronta ed efficace al virus da parte del governo Netanyahu è stata largamente riconosciuta dai partiti rivali, dalla maggioranza della società israeliana, e persino molti leader mondiali. 

La decisione di Israele di usare i vaccini a mRNA

La decisione dei leader israeliani di assumere i nuovi vaccini a mRNA come strada per uscire dai lockdown causati dal virus è stata chiaramente provocata dalla crisi sanitaria senza precedenti, nonché dalla tradizione ebraica di preservare la vita, e dall’atteggiamento tra gli israeliani di accogliere i progressi scientifici e biomedici. I 25 anni di promettente ricerca sui vaccini a mRNA della comunità medica internazionale, e le prime discussioni tra il governo e Pfizer Pharmaceuticals hanno aiutato i leader israeliani e i professionisti medici a prendere questa pronta decisione. Pfizer aveva testato severamente il vaccino sugli umani per gli effetti collaterali a breve termine, mentre i test normali per il lungo termine non sono stati effettuati. Le autorità americane lo hanno approvato per “uso d’emergenza”, e con i morti che salivano, il governo israeliano ha deciso di prendere un rischio calcolato ed usare i vaccini a mRNA sulla popolazione.

Oggi, Israele è la nazione più vaccinata del mondo, con quasi il 90% della popolazione adulta o vaccinata o immune perché guarita dal Covid. I dati finora indicano che il vaccino riesce a immunizzare contro il virus al 97%, e il tasso di morte tra la popolazione più anziana e vulnerabile si è drasticamente ridotto. Entro fine maggio, Israele spera di raggiungere “l’immunità di gregge” e ritornare ad una vita abbastanza normale, anche se è probabile che rimarranno restrizioni ai viaggi per diminuire potenziali esposizioni a nuovi varianti del virus. Israele sta per emettere i “passaporti verdi” per i vaccinati e i guariti, che vorrà dire che chi è senza passaporto avrà dei limiti temporanei che impatteranno sulle loro scelte di impegno sociale.
La maggioranza degli israeliani ha collaborato con l’ambizioso programma vaccinale del governo, e la stimata comunità medica ha anche in gran parte appoggiato il programma. 

Distinguere la verità dalle voci

Nel frattempo sono girati nel mondo rapporti e teorie allarmanti riguardo al programma di vaccinazione di Israele che richiedono ulteriori chiarimenti. 

  1. La politica attuale di Israele voluta dal governo non è una cosa nuova, poiché regole simili sono state stabilite in Israele nel 1952, quando tutti erano obbligati ad essere vaccinati contro la febbre tifoide, e chi non si vaccinava veniva multato. 
  2. Vi sono voci che sostengono che i morti per vaccino superino di gran lunga quelli che muoiono di Covid. Queste affermazioni sono infondate, come indicano i dati provenienti dalle organizzazioni che gestiscono la salute pubblica. I dati mostrano che sono molti meno i vaccinati che muoiono, e che i sintomi di chi è comunque afflitto dal virus sono più deboli che tra quelli non vaccinati. 
  3. Israele non sta per diventare una nazione segregazionista, che divide la sua popolazione tra vaccinati e non. Tutti in Israele sono liberi di rifiutare il vaccino, anche se questo potrebbe voler dire avere alcune limitazioni alle scelte possibili per viaggi ed impegni sociali.
  4. Alcuni associano il nuovo “passaporto verde” con il “marchio della bestia” dell’Apocalisse, e suggeriscono persino che Israele, attraverso il vaccino, stia accogliendo il regno dell’anticristo. Questa è pura speculazione, per non dire altro. I passaporti per i vaccini (come il passaporto giallo per viaggi internazionali), esistono da decenni, e viaggiare verso certi paesi africani è possibile con gli ultimi vaccini contro la febbre gialla ed altre malattie. Inoltre, i passi di Apocalisse 13 mettono in evidenza un programma blasfemo e anti-cristiano che “farà guerra ai santi”. 

Al contrario, è ovvio che la politica vaccinale di Israele non abbia programmi religiosi o spirituali tranne quello di salvare le vite. 

Ultime preoccupazioni

Certo, vi sono ancora preoccupazioni legittime, domande e riserve riguardo agli effetti a lungo termine dei vaccini a mRNA, e giustamente la gente deve avere il diritto di rifiutare il vaccino. Apprezziamo che Israele mantenga questa libertà. 

Tuttavia, la mancanza di conoscenza degli effetti a lungo termine dei vaccini a mRNA non giustifica lo scatenarsi di campagne critiche contro Israele, oppure l’accusare i leader israeliani di avere propositi malvagi verso il proprio popolo. Piuttosto, dobbiamo pregare per loro nell’affrontare una crisi sanitaria senza precedenti, ed hanno bisogno più che mai delle nostre preghiere. 

Inoltre, riconosciamo che l’impatto su scala mondiale della crisi sanitaria ha aperto le porte per iniziative globali concertate che hanno il grande potenziale di fare crollare i processi democratici, e possono essere usati male per futuri programmi discriminatori ed anticristiani. 

Nondimeno, i credenti non devono temere il Coronavirus, né devono temere i vaccini anti-Covid. Piuttosto, dobbiamo avere un sano timore solo di Dio, che ha il controllo della nostra vita e del nostro destino (Isaia 8:12-13).

Infine, non dobbiamo permettere a questa crisi di dividerci. Sono consapevole che l’analisi sopra non
sarà condivisa da tutti, ed alcuni avranno conclusioni diverse. Tuttavia non dobbiamo mai permettere al Corpo di Cristo di essere diviso, né il nostro amore per il popolo di Dio deve essere determinato dalla nostra conoscenza limitata del nuovo vaccino. Paolo insegnava alla chiesa di Roma di non permettere al corpo dei credenti di essere diviso sul cibo dedicato agli idoli, e incoraggiava quelli della chiesa a non giudicarsi l’un l’altro, poiché, “se viviamo, viviamo per il Signore, e se moriamo, moriamo per il Signore” (Romani 14:8). Ricorda anche ai credenti romani che “il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Romani 14:17). 

Se fare o meno il vaccino è una decisione individuale che deve essere fatta con la guida di medici di fiducia, e basata sul consenso informato e sulla propria coscienza. Tutti dobbiamo rispettare come gli altri arrivino alle proprie decisioni, e allo stesso tempo dobbiamo essere certi che di possedere informazioni accurate e affidabili nei nostri discorsi con altri.

Di nuovo, pregate per i leader di Israele in questa stagione difficile, e pregate per noi nell’adempiere la nostra chiamata di appoggiare Israele in tempi di crisi. La preghiera guarisce e protegge. L’abbiamo sperimentato nella nostra Casa per i Sopravvissuti dell’Olocausto in Haifa, che quasi non è stata toccata dal Coronavirus. Quelli che lavorano nella sanità in Israele definiscono questo un miracolo, per una casa di riposo. 

Inoltre, pregate per noi nel servire tutti gli abitanti di Israele in mezzo a queste sfide attuali.

Per ulteriori informazioni sul tema, guardate il webinar ICEJ “Israele e i vaccini Covid” di martedì 11 marzo 2011, con David Parsons dell’ICEJ, il Dr. Zeev Feldman del Sheba Medical Center, l’Avv. Calev Myers di ARISE, e il pastore locale Israel Pochtar.

Per seguire il webinar, cliccate sul seguente link (in lingua inglese): 

https://www.youtube.com/watch?v=fq5NkmYLaYM&ab_channel=InternationalChristianEmbassyJerusalem%2CICEJ 

Condividi questo post!