Cari amici,
Il mondo intero sta attuando misure drastiche per combattere la minaccia del Coronavirus. Questo minuscolo virus – più piccolo di un micrometro – ha messo in ginocchio l’economia globale con crolli in Borsa e condotto i viaggi internazionali ad un blocco. Ha limitato le nostre libertà e ha stretto le persone nella paura. Anche io sono stato personalmente influenzato dal suo arrivo quando ho dovuto isolarmi in auto-quarantena per due settimane, dopo essere tornato in Israele da una recente visita in Germania.
Mentre questa minaccia virale si diffonde a livello mondiale, Israele è stato uno dei primi paesi a mostrare una ferma reazione. Sotto la leadership del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, Israele ha imposto severe restrizioni con lo scopo di proteggere le vite umane, soprattutto quelle degli anziani e di altre persone altamente a rischio. Ciò ha avuto come risultato un numero ridotto di contagi e nessun decesso, fino ad ora, e molte altre nazioni hanno cominciato a guardare ad Israele come modello per combattere il COVID-19. Il virus, però, ha causato difficoltà alla società e ha ostacolato l’economia locale.
Anche il lavoro di ICEJ qui in Israele è stato impattato, e ci stiamo muovendo di conseguenza. Abbiamo attivato il nostro fondo “Israele in Crisi” per andare incontro agli urgenti bisogni durante questa emergenza nazionale. Attualmente, ci sono molte famiglie in quarantena obbligatoria, mentre agli anziani e ad altri gruppi più vulnerabili è stato richiesto di stare a casa. Nuovi immigrati Ebrei potranno ancora fare l’Aliyah in Israele, ma anche loro dovranno isolarsi in auto-quarantena per due settimane.
In risposta a questo, lavoreremo nelle prossime settimane per fare delle consegne a casa di cibo e altri beni di prima necessità per coloro che sono confinati nelle proprie case, inclusi molti sopravvissuti alla Shoah. Il Coronavirus sta colpendo le nazioni di tutto il mondo, ma questa è una grande opportunità di dimostrare il vostro amore e la vostra premura per Israele, aiutandoci a nutrire e prenderci cura di questi israeliani nel tempo del bisogno.
Nel frattempo, questa minaccia virale è certamente un’anticipazione dei giudizi nefasti che verranno. Dovremmo utilizzare questa crisi per:
- avvicinarci a Dio! Ci viene detto di “lavare le nostre mani”, ma la Bibbia ci invita anche ad esaminare i nostri cuori (vedi Salmi 24:3-4; Matteo 15:16-20). “Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo!” (Giacomo 4:8)
- superare la paura! In questo tempo di agitazione, dobbiamo ricordare che le nostre vite sono nelle mani di Dio. Egli ci dice di “Non temere!” È proprio in questi tempi bui e difficili che la nostra luce risplende ancora più luminosa. Le persone ci guardano.
- alzare lo sguardo! Viviamo in tempi in cui possiamo aspettarci ancora più scuotimenti, ma abbiamo una speranza sicura. Gesù ha detto: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina.” (Luca 21:28) Gesù sta tornando davvero!
- pregare come mai prima d’ora! Gesù ha detto: “Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo.” (Luca 21:36) Prendiamo l’impegno, oggi, di trascorrere più tempo in preghiera.
- ancorarci alla Parola! La parola profetica è come “una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.” (2 Pietro 1:19). La Parola di Dio è una bussola per le nostre vite in questi tempi incerti. Assicuriamoci di leggerla quotidianamente.
In Cristo, nostra Speranza!
Dr Jürgen Bühler
Presidente ICEJ
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Rispondere alla minaccia del Coronavirus
Donare al nostro fondo “Israele in Crisi
L’International Christian Embassy Jerusalem ha aperto un fondo per rispondere agli urgenti bisogni che nascono in tempi di crisi in Israele, e questo tempo lo è. Come in molti altri posti, Israele si deve confrontare con la minaccia del Coronavirus e ha adottato misure molto severe per ostacolarne la diffusione. Le autorità governative e sanitarie sono particolarmente attente alla protezione degli anziani e di altri gruppi a rischio, i cui deboli sistemi immunitari li rendono estremamente vulnerabili alla malattia.
Attualmente, ci sono migliaia di famiglie israeliane in quarantena obbligatoria. Gli anziani hanno ricevuto l’indicazione di stare a casa dalle autorità, mentre le case per pensionati sono state chiuse ai visitatori. La cosa peggiore è che migliaia di sopravvissuti alla Shoah sono ora isolati nelle loro case e stanno affrontando, da soli, le paure che questa emergenza sanitaria ha portato con sé. Sebbene gli immigrati Ebrei possano ancora fare l’Aliyah in Israele, anche loro devono isolarsi in auto-quarantena per due settimane dal loro ingresso – proprio appena arrivati qui per in iniziare una nuova vita, in una nuova terra. In risposta a questo, stiamo lavorando con le autorità israeliane e le organizzazioni benefiche locali per fare delle consegne di cibo e altri beni di prima necessità per coloro che sono confinati nelle proprie case. Il nostro staff aiuterà a riempire dei pacchi di cibo, nelle prossime settimane, per le persone in quarantena e i nuovi immigrati. Israele si sta avvicinando alla stagione di Pasqua, stagione nella quale avremmo comunque confezionato questi pacchi. Stiamo anche cercando di fare uno sforzo speciale per raggiungere gli anziani, inclusi molti sopravvissuti alla Shoah, in questo tempo difficile.
Per darvi un esempio dei nostri sforzi, nell’anno passato l’ICEJ ha inserito un team di volontari cristiani a tempo pieno nella nostra Casa per Sopravvissuti di Haifa (Haifa Home), e quella scelta ci sta ripagando notevolmente proprio adesso. I 70 residenti della Haifa Home oggi non possono più mangiare assieme nella sala da pranzo, ma devono rimanere isolati nelle loro stanze in accordo con le nuove regole di emergenza imposte da Israele. Nessuno può visitarli, a meno che non si sia sicuri di non aver contratto il virus. Ora, il nostro team ICEJ sta lasciando i pasti fuori dalle loro porte, controllandoli, tre volte al giorno.
“I nostri volontari cristiani sono stati molto attenti, negli ultimi giorni, a non andare in luoghi pubblici, in modo da poter essere pronti per un tempo come questo”, ha detto Yudit Setz, la coordinatrice della nostra Haifa Home. “Siamo quelli che hanno maggior contatto con i nostri residenti. Questo contatto umano è molto importante in questo momento. Per gli anziani, il cibo è importante per rimanere per sopravvivere, ma il contatto umano porta loro vita. La cosa peggiore con questa crisi legata al Coronavirus è la sensazione di essere soli e la mancanza di contatto con gli altri.”
“Ai sopravvissuti è permesso di andare a fare una breve passeggiata sulla strada”, ha aggiunto Yudit. “Quindi, anche la visita giornaliera della nostra infermiera volontaria è molto importante, per rilevare la loro temperatura e la pressione sanguigna, e controllare il loro stato di salute generale. La nostra fisioterapista continua con il suo lavoro e tratta le persone singolarmente. Gli altri volontari aiutano a fare il bucato, piccole riparazioni, e parlando con i residenti davanti ad una tazza di caffè. Tutto questo fa la differenza per i residenti in questo tempo di stress.”
Il team di volontari ICEJ di Haifa stanno anche preparando dei pacchi e li stanno consegnando alle porte di dozzine di altri sopravvissuti per tutta la città. Guarda il video: https://int.icej.org/content/no-fear-love
Aiutare Israele oggi
Siamo coscienti che il Coronavirus stia creando problemi a molte nazioni in tutto il mondo. Vogliamo, però, darvi anche l’opportunità di dimostrare il vostro amore per Israele durante questa emergenza globale, aiutandoci a nutrire e prenderci cura di questi israeliani nel bisogno.
Questa richiesta è basata sull’esempio dato dai credenti Gentili di Antiochia – i primi ad essere chiamati “cristiani” – come riportato nel libro degli Atti, al capitolo 11. Una grande carestia avrebbe colpito l’intero mondo allora conosciuto durante il regno dell’imperatore Claudio. Sebbene essi avessero i propri urgenti bisogni, i seguaci di Gesù in Antiochia per primi “decisero allora di inviare una sovvenzione, ciascuno secondo le proprie possibilità, ai fratelli che abitavano in Giudea.” (vedi Atti 11:26-30)
Per favore, considerate l’idea di aiutarci a sostenere e prenderci cura di coloro che sono isolati nelle proprie case. Stiamo lavorando per assicurarci che queste famiglie e gli anziani abbiano cibo e altri beni necessari, mentre attendono che questo allarme sanitario venga fermato. Grazie per il pensiero rivolto ad Israele, anche se il vostro stesso paese sta combattendo con la minaccia del Coronavirus.
Donate oggi al fondo di ICEJ “Israele in Crisi”al link: int.icej.org/aid/israel_in_crisis