Nell’edizione di marzo/aprile della nostra rivista Parola da Gerusalemme abbiamo visto Israele rappresentato in Apocalisse 12 come una donna adornata da dodici stelle, il sole e la luna. Nella sua visione, l’apostolo Giovanni vide delle immagini che compaiono solo un’altra volta nella Bibbia: in Genesi 37, dove Giuseppe fa due sogni.
In un sogno egli vede i suoi undici fratelli come stelle e suo padre e sua madre come il sole e la luna, tutti inchinati davanti a lui (Genesi 37:10). In precedenza, Giuseppe aveva fatto un sogno simile in cui i suoi fratelli apparivano come covoni di grano che si inchinavano davanti al suo covone.
Molti anni dopo dalla prigione Giuseppe fu improvvisamente elevato al rango di viceré sotto il Faraone, e i sogni diventarono realtà quando i suoi fratelli vennero a comprare il grano da lui durante una carestia in Canaan. Questi sogni non solo predicono la straordinaria ascesa di Giuseppe al dominio in Egitto e il ruolo di prototipo del Messia sofferente, ma anche la chiamata e il destino più ampi del popolo ebraico.
Seminare la Parola
Sia i covoni di grano che le stelle, il sole e la luna rappresentano aspetti chiave della chiamata di Israele. Il grano divenne un bene fondamentale durante il regno di Giuseppe. Sotto la sua guida, l’Egitto divenne il principale granaio del mondo in un periodo di carestia globale. Il libro della Genesi dice: “Da tutta i paesi venivano in Egitto, da Giuseppe, per comprare grano, perché la carestia era grave su tutta la terra” (Genesi 41:57). In un certo senso, il ministero di Giuseppe in Egitto prefigurò la chiamata che Dio rivolse a Israele fin dall’inizio.
Molte volte nella Bibbia il grano e il pane che esso produce raffigurano la Parola stessa di Dio. Deuteronomio 8:3 proclama che l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. In Geremia 15:16 il profeta trovò la parola di Dio e la mangiò. In Luca 8:11 Gesù spiega la parabola del seminatore, dicendo che il seme è la parola di Dio.
Israele divenne la nazione del Libro, seminando la parola di Dio in tutta la terra. In Romani 3:1-2, Paolo dichiara che una delle chiamate principali di Israele era quella di amministrare gli oracoli di Dio. Tutti i libri della Bibbia sono stati scritti da ebrei. Salmi 147:19-20 dice: “Egli fa conoscere la sua parola a Giacobbe, i suoi statuti e i suoi decreti a Israele”. Ciò significa che il nutrimento principale per il nostro spirito, anima e corpo è venuto attraverso il popolo ebraico.
Ma c’è di più! Non solo il popolo ebraico ha donato al mondo la parola scritta di Dio, ma la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi (Giovanni 1:14). Gesù è la Parola vivente di Dio. Per questo Gesù dichiara: “Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo” (Giovanni 6:51). In verità, tutto ciò che definisce la nostra fede come cristiani ci è stato dato dal popolo ebraico, compreso il Messia ebreo. È esattamente come Dio disse ad Abramo: “… in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:3).
Ma che dire del secondo sogno? Cosa hanno a che fare le stelle, il sole e la luna con il popolo ebraico? Nella Genesi veniamo informati del loro vero scopo nella storia della Creazione.
Una luce per le nazioni
“Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono” (Genesi 1:14-18).
Si potrebbe dire molto su questo passaggio. Vorrei evidenziare due ragioni per cui Dio ha posto il sole, la luna e le stelle nel cielo. Lo scopo principale era “separare la luce dalle tenebre”. La Parola di Dio che abbiamo ricevuto dal popolo ebraico non solo ci guida sulla via di Dio e nutre la nostra anima, ma stabilisce anche linee guida morali per l’umanità. I Dieci Comandamenti rappresentano ancora oggi i pilastri morali della maggior parte delle società. Sono più rilevanti ora che mai, perché i confini morali nella maggior parte delle società occidentali sono sempre più sfumati.
Il profeta Isaia avverte: “Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre…” (Isaia 5:20).
Questa inversione morale può essere vista oggi mentre i valori della famiglia vengono capovolti e i generi donati da Dio sono sotto attacco. Questo può essere visto quotidianamente anche quando la milizia antisemita e genocida di Hamas viene presentata come vittima, mentre la nazione di Israele brutalmente attaccata è considerata l’aggressore. Ciò sta accadendo alle Nazioni Unite e nei tribunali internazionali dell’Aja. La sinistra radicale e persino paesi come l’Irlanda e la Spagna non riescono a discernere tra il bene e il male. Il Dio di Israele, Creatore del cielo e della terra, ha fornito la Sua parola come guida definitiva per separare la luce e le tenebre, ed è più necessario che mai che il popolo di Dio serva come luce in un mondo sempre più oscuro.
Per segni e stagioni
Ma c’è un’altra funzione per i luminari celesti: sono dati per segni e stagioni e per separare giorni e anni. Il calendario ebraico è diverso da tutti gli altri calendari nel corso della storia. Inizia con la Creazione e misura l’intera storia umana. Non solo, il calendario ebraico ha avuto un impatto su tutto il mondo. Proprio all’inizio della Creazione Dio stabilì una settimana di sette giorni e dedicò il settimo giorno al riposo dal lavoro. Questo giorno di riposo stabilito da Dio si è fatto strada in tutte le società ed è persino considerato un diritto umano universale. Inoltre, la Bibbia ebraica ci fornisce un calendario sacro con festività ebraiche fisse, conosciute come le feste del Signore (si veda Levitico 23). Sebbene siano state modificate dal Concilio di Nicea nel 325 d.C., queste feste date da Dio plasmano ancora il calendario delle festività nella maggior parte delle nazioni cristiane.
Israele funge anche da indicatore per definire i tempi e le stagioni delle nazioni. Gesù dice in Luca 21:29: “Guardate il fico”. Con questa breve frase, Gesù indicò che il ristabilimento della nazione ebraica nella sua antica patria avrebbe segnato un cambiamento di paradigma riguardo ai tempi e alle stagioni. Nello stesso capitolo, Gesù dichiara il calpestamento di Gerusalemme da parte delle nazioni come il “tempo dei Gentili”, suggerendo che la restaurazione ebraica a Gerusalemme ne avrebbe segnato la fine. Pertanto, attraverso Israele sappiamo che oggi viviamo in un periodo di transizione. L’era dei Gentili si sta chiudendo e l’era messianica si avvicina. Perciò, molte persone giustamente dicono che la nazione di Israele è l’orologio di Dio.
Pertanto, vediamo rappresentata nelle immagini di Genesi 37 e Apocalisse 12 la chiamata unica e importante di Israele. Questo spiega anche perché Apocalisse 12:12 avverte: “Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi! Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di avere poco tempo”.
La restaurazione di Israele nel nostro tempo è forse il segno più grande dell’imminente venuta del Messia. Per le forze dell’oscurità la rinata nazione di Israele rappresenta un potente segnale che il loro tempo sta per scadere. Essa segnala anche alla Chiesa che non possiamo continuare con le solite cose. Dio ci chiama a una dedizione radicale per seguire l’Agnello ovunque ci conduca (Apocalisse 12:11, 14:4). È un momento di grande conflitto nel regno spirituale e siamo chiamati a intercedere per Israele come mai prima d’ora. Eppure, è anche un momento di grandi imprese (Daniele 11:32ss). Gli eventi del 7 ottobre e il recente attacco di 350 missili e droni iraniani sono segni di una battaglia a venire nei cieli molto più grande.
Permettetemi di invitarvi ad unirvi alle migliaia di cristiani che già prendono parte ai nostri appelli di preghiera online e a sostenere Israele in modi molto pratici, supportando i nostri progetti di soccorso. Che Dio vi benedica facendo questo.
Pubblicato il 6/5/2024 dal Dr. Juergen Buehler, Presidente ICEJ
Link per leggere l’articolo originale in inglese: the two dreams of joseph